Clivo Scauro al Celio e gli oratori di Santa Barbara, Santa Silvia e Sant’Andrea (permesso speciale)

Salire in cima al Celio offre una sensazione di pace e tranquillità che non ci si aspetta di avere stando in centro città. Siamo, infatti, vicinissimi al Parco Archeologico del Colosseo, non così distanti dal Palatino e dall’Aventino, e abbastanza prossimi a San Giovanni in Laterano e al Circo Massimo. Camminare per il Clivo di Scauro offre una sensazione metafisica. È una strada romana, che si conserva in quasi la totalità del suo aspetto, presente nelle fonti scritte medievali ed imperiali, offre un interessante spaccato di come si configurasse l’edilizia urbana tra secondo e quarto secolo dopo Cristo, momento senza ombra di dubbio rivoluzionario dal punto di vista culturale e politico. Percorrendo questa strada, siamo invitati ad entrare in un piazzale che ospita tre piccoli oratori, uno di questi, creazione seicentesca, gli altri due, invece, sostituzioni di strutture più antiche facenti parte del complesso monastico fondato dal Santo Dottore della Chiesa di San Gregorio. Quest’ultimo, infatti, decise di rendere la casa paterna un monastero dedicato a Sant’Andrea, dove poter accogliere e formare dei confratelli. L’oratorio più antico dei tre è quello dedicato a Santa Barbara e sorge su una preesistenza che si data al II°/III° secolo, e pare che qui San Gregorio e sua madre, Silvia, servissero del cibo ai più bisognosi: proprio in questo posto, un giorno, pare che si sia aggiunto alla mensa dei dodici poveri un tredicesimo ospite, un angelo. Il secondo oratorio, invece, è dedicato a Sant’Andrea, fratello di Pietro, allorché Gregorio fece rientro da Costantinopoli recando con se una reliquia del santo. Si tratta dell’oratorio posto al centro e fu pesantemente restaurato nel corso del diciassettesimo secolo. Il terzo oratorio, dedicato invece a Santa Silvia, fu fatto realizzare appunto dal Baronio. In tutte e tre le strutture sarà possibile riconoscere gli interventi seicenteschi, in quanto, dopo la morte del Cardinale Baronio, Scipione Borghese deciderà di portare avanti il cantiere avvalendosi di artisti del calibro di Domenichino e Guido Reni, mettendoli in dialogo con le preesistenze medievali, ed integrandoli con la complessa storia della città a cavallo della fine dell’Impero e l’inizio del medioevo.
Una visita imperdibile, vi aspettiamo!

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